Un protocollo di azioni comuni per il rilancio del settore dell’edilizia. Su tutti la riforma del codice appalti, ma anche i ritardi nei pagamenti, i crediti deteriorati, riqualificazione urbana, dissesto idrogeologico per arrivare a temi tipicamente settoriali, come la creazione di un’apposita anagrafe di cantiere, la riduzione del costo del lavoro, l’abbassamento delle aliquote contributive.
 
Il vice-presidente dell’Ance, Dott.  Garantola, spiega quali saranno le prossime mosse: «La firma del contratto è stata molto sofferta vista la dura crisi in cui versa da oltre dieci anni il settore. Il codice appalti ci ha sotterrato creando enormi difficoltà nel settore pubblico. Siamo pronti a partire con dei tavoli condivisi su temi specifici con le organizzazioni cooperative di settore e i rappresentanti di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil per rivendicare le nostre richieste. Sul piano dei pagamenti, al Nord ancora ci salviamo ma nell’85% del resto del paese le attese sono di 150 giorni e in questo modo non si può andare avanti. Inoltre l’edilizia, in termini di cassa integrazione al 4,7%, è il settore che sta pagando più di tutti. L’importo è notevole: abbiamo versato di più di quanto incassato».
 
Le parti firmatarie del protocollo si impegnano ad attivarsi nei confronti delle istituzioni per contenere il costo del lavoro e rilanciare l’occupazione, accelerare la cantierizzazione delle opere, favorire gli investimenti pubblici e privati.
 
‘ l’obiettivo è quello di rendere cedibili integralmente a banche e intermediari finanziari i crediti fiscali dei cittadini riguardanti i bonus per ristrutturazioni, adeguamenti sismici ed ecobonus.