Appalti, il Mit posa il primo mattone della banca dati che prenderà il posto dell’Avcpassivieto di subappalto, rating di legalità: le novità del codice debuttano nei bandi
Il ministero delle Infrastrutture ha aperto la consultazione pubblica (che terminerà il 31 gennaio) sulla Banca dati nazionale degli operatori economici (Bdoe)
La transizione dell’Avcpass dall’Anac al ministero delle Infrastrutture si mette in moto. Il Mit ha ufficialmente aperto la consultazione pubblica per l’istituzione della Banca dati nazionale degli operatori economici, prevista dal nuovo Codice appalti per la verifica dei requisiti delle imprese. A dispetto delle impressioni, non è solo un passaggio burocratico: questa consultazione, che si chiuderà il 31 gennaio 2017, è il primo atto formale verso la nascita della nuova struttura.
La Banca dati nazionale degli operatori economici (Bdoe) è regolata dall’articolo 81 del nuovo Codice ed è destinata a sostituire l’Avcpass, una piattaforma elettronica creata dalla vecchia Avcp che, però, non è mai completamente decollata. Il titolare della Bdoe è il Mit, che ha scelto “di dare attuazione a tale mandato attraverso una percorso partecipato, superando la logica attuale, con innovazione e semplificazione”. Per questo motivo, il dicastero ha avviato una fase di ascolto degli operatori pubblici, in collaborazione con Formez e Cresme. Saranno ascoltati gli stakeholder istituzionali “detentori delle banche dati, sia per raccogliere contributi sul processo di costruzione della nuova Bdoe, che per verificare la disponibilità dei dati in possesso degli enti ed amministrazioni competenti”.
Questo processo si svolgerà tra entro il 31 gennaio del 2017. E, alla fine di questa fase, sarà pubblicato un decreto attuativo. “Il fine del processo partecipativo – spiega il ministero in una nota – è proprio quello di concordare possibili modalità di semplificazione nell’accesso e nel funzionamento delle procedure, di raccolta dei dati stessi, nonché di interoperabilità delle banche dati e dei sistemi coinvolti nei procedimenti di appalto”. L’obiettivo è rendere “il processo di procurement snello e semplice per gli operatori economici ed efficiente per la pubblica amministrazione, andando a migliorare, aprire e snellire processi che fino ad oggi hanno influito su tempi e modi di completamento degli appalti”. Un’attenzione particolare sarà rivolta ai “tempi di attraversamento”, il lasso di tempo necessario per transitare da una fase procedurale alla successiva, che assorbe in media il 57% dei tempi totali di affidamento degli appalti.